

Dopo la scoperta del mio piccolo grande segreto, le cose tra..
Added 2022-08-11 14:12:29 +0000 UTCDopo la scoperta del mio piccolo grande segreto, le cose tra me e la mia fidanzata Roberta avevano preso una piega decisa verso la trasgressione. Aver scoperto che vederla chiavata da altri uomini era per me fonte di godimento l’aveva trasformata, tanto che adesso era proprio lei a proporre situazioni erotiche nuove, che le venivano in mente e che mi comunicava con entusiasmo, innocenza e molta, molta troiaggine, sapendo di farmi piacere. A 24 anni, alta 1. 75, due tette piccole ma sode, dai capezzoli scuri, un culo a mandolino, due gambe lunghe e ben fatte, gli occhi scuri, i capelli neri che le arrivavano sino alle spalle, è una ragazza molto bella. E come avrete capito, ormai ha scoperto una passione per le avventure erotiche che la rende particolarmente affascinante. Ieri sera mi ha chiesto, con aria innocente e vogliosa allo stesso tempo, se mi sarebbe piaciuto vederla mentre si esibiva in una lapdance di fronte a sconosciuti, come se fosse una professionista. Inutile dire che la cosa non solo mi sarebbe piaciuta, ma mi avrebbe fatto godere come un matto. L’occasione fu un nostro viaggio a Roma, perché di certo non avrebbe potuto farlo a Palermo, dove viviamo, e dove sia lei che io siamo conosciuti ed abbiamo molti amici. Preparai tutto con cura, e tramite un amico che lavora nel campo dello spettacolo, riuscii a prendere contatto con il gestore di un night club di basso livello, al quale proposi di prendere una stripgirl non professionista, solo per una sera.
Naturalmente era Roberta, la mia ragazza. Né io né lei siamo mai stati in verità frequentatori di questo tipo di locali, anzi direi che avevamo fino ad allora conosciuto l’ambiente in maniera molto indiretta, intravedendolo
in televisione o altre occasioni non programmate. La possibile esibizione peraltro gratuita di una ragazza molto bella – gli mostrai delle foto in topless di Roberta-, una ragazza completamente fuori da quel mondo lo divertì. La mise quindi in programma per una delle sere insieme ad altre professioniste abituali. Si accertò solo di una cosa:
“Siamo chiari, qui non si accettano suorine, ci siamo capiti? E c’è un pubblico esigente, che non si limita a guardare: a volte, diciamo così, può scapparci una scopatina”, e sorrise ironicamente.
“Non si preoccupi, non la deluderà”, risposi ben sapendo quello che dicevo. Lasciai comunque quell’uomo così convenzionalmente schifoso, e uscendo diedi un’occhiata rapida a quel luogo in cui la mia ragazza avrebbe dovuto “esibirsi”: lo squallore mi riempì di brividi.
Tornato a casa raccontai tutto a lei, che mi sorprese con un semplice
“sono proprio curiosa”.
Venne quindi quella sera. Entrai con lei nei camerini del locale, dove altre due ragazze piuttosto volgari si truccavano di fronte agli specchi, indifferenti alla mia presenza e al mio sguardo che continuava a cadere sulle loro nudità. Roberta, la mia ragazza, era così sicura di sé che stentavo a riconoscerla: fingeva di essere una veterana dell’ambiente, evidentemente divertendosi un sacco.
Nell’indifferenza generale delle altre Roberta scelse un angolo del camerino e incominciò a spogliarsi sorridendomi, come se mi dovesse tranquillizzare, come se fossi stato io quello che di lì a poco avrebbe
fatto la troia su di un palco davanti a bavosi panciuti.
La biancheria intima di Roberta non era da meno di quella delle altre due ragazze, in quanto a erotismo intendo. L’avevamo scelta insieme in un sexy shop giorni prima. La guardavo truccarsi e ogni tanto buttavo lo sguardo anche alle altre, accorgendomi improvvisamente dell’erezione che si intravvedeva nei miei calzoni. Roberta mi mise una mano sulla protuberanza e sorridendo mi sussurrò:
“Stai calmo, lo spettacolo non è ancora iniziato. Poi mi dirai chi ti avrà eccitato di più fra noi tre. ” Io sorrisi imbarazzato, scrutando se le altre ragazze avessero sentito.
Poi andai nel locale, presi qualcosa da bere da una barista in topless – e i miei occhi continuavano a seguire le nudità -, mi sedetti ad un tavolo, e mi guardai un po’ intorno. Erano quasi tutti maschi, solo qualche coppia con la donna in genere non troppo giovane. Quasi tutte classiche “brutte facce”, qualcuno un po’ più imbarazzato che cerca quasi di nascondersi, qualcuno che mostra strabordante la sua abitudine a questo mondo, chiacchierando con le bariste, toccando il culo alle cameriere. Ma ecco il buio in sala, e le luci che si accendono sul palco, dal quale si alza un gran fumo.
Non c’è poi molto da dire su di uno spettacolo di strip; sono piccole variazioni sul tema giocate da corpi più o meno belli comunque sempre carichi di studiata volgarità. Il mio interesse erotico allo show veniva però distratto dal pensiero che di lì a poco su quel palco ci sarebbe stata la mia ragazza. Diversi erano i pensieri che mi venivano in mente. L’istinto a fuggire, a correre dietro le quinte e riportarla a casa veniva addomesticato e ipnotizzato da una grande curiosità e una strana e nuova eccitazione. Mi tranquillizzava comunque il fatto che Roberta non era pagata per farlo, che era una sua scelta, che era un nostro gioco che sarebbe finito lì, che nessuno ci conosceva in quella città. Mi tranquillizzava, e incuriosiva, la sicurezza e la volontà di Roberta che mi aveva dimostrato fino all’ultimo momento, fino a
quando mi aveva baciato facendomi uscire dal camerino e ammiccando mi aveva sussurrato:
“Vedrai come sono capace di essere una spogliarellista professionista, meglio di queste troie che ti hanno
indurito l’uccello; sarò la miglior troia che tu abbia mai visto. ” E si leccò le labbra con fare voluttuoso.
Certo che queste due erano proprie troie professioniste.
Riuscivano quasi a simulare un orgasmo in scena, strisciavano sui tavoli dei clienti allargando le gambe tanto che probabilmente da vicino riuscivano a vedere dentro le nature evidentemente slabbrate che
loro continuavano a spalancarsi con le mani. Ad un certo punto una delle due venne persino al mio tavolo, godendo probabilmente del mio imbarazzo e avendomi riconosciuto come il tipo del camerino. Si inchinò
di fronte a me, guardandomi rovesciata con la testa fra le sue gambe divaricate. Avevo davanti al mio viso il suo culo nudo, potevo vedere in primo piano il buco nero e l’apertura fra le gambe, tanto che mi era difficile trattenermi dall’infilarci tutta una mano. Quella troia si spinse oltre per suo divertimento, e per il divertimento degli altri clienti, a giudicare dalle risate, fino ad appoggiarmi il culo in faccia, tanto che il suo odore mi rimase sul viso per tutta la serata.
Poi se ne ritornò come se niente fosse sul palco. Guardandomi intorno raccolsi involontariamente gli ammiccamenti compiaciuti degli altri clienti: ero uno di loro, anzi uno dei più fortunati.
Io mi ero trattenuto dal toccare, nonostante la provocazione, ma altri non si trattenevano mica per niente, anche se non provocati. Alcuni si avvicinavano al palco e toccavano il culo delle spogliarelliste; c’era chi saliva sul palco e prendeva con entrambe le mani sudate le tette strabordanti di quelle troie che invece di ritrarsi spingevano il maiale a leccarle. In quei momenti mi irrigidivo, pensando ad Roberta: si sarebbe lasciate fare questo anche lei? , e io cosa avrei dovuto fare a quel punto? . Poi ricordavo che lei
mi aveva fatto promettere di non intervenire se non in caso di evidente pericolo, altrimenti il gioco non sarebbe venuto bene. Le due spogliarelliste professioniste uscirono, una ad una dopo il loro spettacolo, e un inserviente a petto nudo liberava il palco dagli indumenti lasciati a terra. Ordinai un altro bicchiere di vodka e lo ingoiai d’un colpo solo. Gli altri clienti aspettavano indifferenti la prossima troia che si sarebbe esibita. E io sapevo che quella “troia” sarebbe stata la mia ragazza.
Luci basse, fumo sul palco. Io tremo. Ecco che la vedo uscire da dietro le quinte. Solo io probabilmente posso percepire un velo di imbarazzo in lei, gli altri non sembrano percepire la non professionalità di quella ragazza, peraltro decisamente più bella delle altre. Ma l’imbarazzo di Roberta dura poco. In breve posso vedere che ci sta prendendo gusto, che si diverte, probabilmente che si eccita veramente. Forse è la realtà dell’eccitazione di Roberta che tiene gli occhi della gente più inchiodati su di lei, loro così abituati alla simulazione. O forse è a me che quegli occhi fissi e bavosi su quel corpo ora danno fastidio, mentre prima me ne fregavo.
Roberta si muove benissimo, mi rendo conto dell’attenzione che deve avere prestato a stralci di spettacoli che abbiamo intravisto insieme in occasioni diverse. Ha un trucco molto forte, e me ne rendo conto ancora di più quando si avvicina a fronte palco, dandomi una fugace occhiata, l’unica durante tutto lo show. Come se si fosse assicurata che c’ero, e poi fosse così pronta a dimostrarmi la sua… sì la sua troiaggine, non potrei dire altrimenti.
Uno ad uno Roberta si tolse quindi gli indumenti, sfilandosi i guanti neri con i denti, giocando con il reggiseno che poi gettò sul viso di uno in prima fila, subito da me fulminato con lo sguardo, togliendosi infine le mutandine che nascondevano il trucchetto di un perizoma. In effetti non molto di nuovo dalle precedenti esibizioni, però per me era evidentemente diverso. Quando Roberta si tolse il reggiseno i suoi seni piccoli e sodi che io ben conoscevo dondolarono liberi di fronte a quei visi, quegli assetati che applaudirono. Poi lei incominciò a stringerseli con le proprie mani e a sforzarsi di raggiungerli con la lingua per leccarli. A fatica riuscì a raggiungere con la lingua i capezzoli tesi, mostrando bene quel che faceva al pubblico. Avevo certo già visto lei fare così, ma non con quella luce negli occhi. Quando si sfilò le mutandine se le prese in bocca e scese dal palco per appoggiarle con la bocca sull’erezione di un tipo seduto che afferrò le mutandine strofinandosele sul cazzo. Roberta era eccitata da quanto godeva dell’attenzione. Intanto io non riuscivo a riconoscere se quello che provavo era r