


Trascorro dei momenti di nebbia mentale profonda ed opprimente, la sento che si insinua tra le mie sinapsi e interferisce con un ragionamento logico fatto di connessioni, cause ed effetti, la nebbia mentale mi porta sempre ad interrogarmi sulla natura della realtà e della verità. Ma entrambi sono concetti che il ragionamento distanzia dall’essenza. È lì che sento il bisogno della fotografia. Cancella la logica e lascia che la nebbia mentale si trasformi in impulso, anche in pulsione, con la nebbia mentale divento istante fisso, mi muovo in uno spazio mentale che non richiede logica, ma lascia parlare stati mentali seppelliti da strati di dolore sedimentato. Smantello tutto, sono immagine priva di “se… allora”. Sì, all’ORA.